A Torino presso la Real basilica di Superga si è tenuta la Festa Nazionale degli Stati di Savoia con la solenne cerimonia del “Rinnovo del Voto”

di Paolo Barosso 

Domenica 23 settembre a Torino presso la Real basilica di Superga, capolavoro barocco dell’architetto Filippo Juvarra e sepolcreto dinastico di casa Savoia, si è svolta la Festa Nazionale degli Stati di Savoia, l’atteso appuntamento che perpetua la memoria dell’Assedio di Torino del 1706 conclusosi con la vittoria dell’esercito sabaudo, alleato degli asburgici comandati dal principe Eugenio di Savoia-Soissons, sugli assedianti franco-spagnoli.

L’evento riprende una tradizione antica, profondamente legata al retaggio identitario delle popolazioni degli Stati Sabaudi, che è stata riportata in vita grazie all’attivismo dell’associazione culturale “Gioventura Piemontèisa“. Negli anni ha coinvolto delegazioni provenienti da tutte le province degli antichi Stati, in particolare da Nizza e Savoia.

La giornata è cominciata con il ritrovo alle ore 10.30 sul sagrato della basilica, seguito dall’alzabandiera e dall’esecuzione dell’inno nazionale degli Stati di Savoia. Cuore dell’evento è stata la solenne cerimonia del Rinnovo del Voto di Superga (Arneuv dij Vot ëd Soperga), celebrata all’interno della basilica, presso la cappella del Voto, dove si trova la statua lignea della Madonna delle Grazie, cui è stato reso omaggio.

La cerimonia del Rinnovo del Voto è intimamente legata alle origini della basilica, che sovrasta la collina torinese dominando la città: al principio di settembre del 1706 il duca Vittorio Amedeo II di Savoia salì in cima al colle di Superga in compagnia del cugino, il principe Eugenio di Savoia-Soissons, giunto in soccorso del sovrano sabaudo minacciato nella sua stessa capitale, Torino, stretta d’assedio dalle truppe franco-spagnole. Il colle, alto quasi 700 metri, era ritenuto punto d’osservazione ideale per studiare la situazione e concertare il piano di battaglia volto a rompere l’assedio e respingere i Francesi.

Fu qui che, secondo la tradizione, Vittorio Amedeo II, raccoltosi in preghiera dinnanzi all’effigie della Madonna nel piccolo oratorio che al tempo sorgeva sulla vetta, fece voto solenne di far edificare sul colle una grande chiesa dedicata alla Vergine, implorando la sua intercessione per la liberazione della capitale sabauda. Così accadde: il 7 settembre 1706 i Franco-spagnoli furono costretti alla ritirata e già nel 1716, in adempimento del voto, si avviò il cantiere per la costruzione della basilica, “la più nobile fabbrica a simmetria centrale di tutta l’età barocca“, che sarà inaugurata nel 1731.

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