Appunti di viaggio in Russia – seconda parte: Mosca, la città dalle “mille cupole”

continua dalla prima parte

Testo e foto di Paolo Barosso 

Sotto la dominazione tartara il piccolo e al tempo marginale principato della Moscovia seppe farsi strada, destreggiandosi nel contempo come interlocutore dei Khan dell’Orda d’Oro e come punto di riferimento nella lotta di liberazione dall’oppressione straniera, iniziata con la battaglia di Kulikovo pole (Campo delle Beccacce), vinta nel 1380 dal gran principe Dmitrij Donskoj, e terminata nel secolo successivo quando nel 1480, con la battaglia sul fiume Ugra, Ivan III sbaragliò definitivamente i Tartari, sollevando i Russi dall’obbligo di pagare il tributo agli invasori.

Piazza delle Cattedrali – cattedrale della Dormizione sulla sinistra e campanile di Ivan il Grande sulla destra

Il Cremlino, sorto su una lieve altura dominante il corso della Moscova, comprende sette chiese e quattro cattedrali, sopravvissute sia alle mine francesi del 1812, sia ai piani demolitori sovietici, testimoniando la grandezza imperiale della Russia, il cui ricordo non si è mai sopito nell’animo russo. Nel corso del XV secolo Ivan III, gran principe della Moscovia, ingrandì e consolidò lo Stato, annettendo i principati attorno, spingendo a est i Tartari e arrestando a ovest l’avanzata germanica con la sconfitta dei Cavalieri Teutonici nel 1410. Evento cruciale nel disegnare il futuro ruolo della Russia come custode dell’Ortodossia cristiana fu la caduta di Bisanzio in mano ottomana nel 1453. La Russia, imbevuta di cultura greca, percepì se stessa come erede di quel mondo, assumendosi il compito di preservare la Cristianità ortodossa dai nemici esterni.

Cremlino – a sinistra il palazzo dei Congressi, l’edificio più recente (1961), e al fondo la Torre della Trinità, la più alta

Tappa saliente della “scalata” al rango imperiale dell’ambiziosa dinastia moscovita dei Rjurikidi, derivata da Rjurik, capostipite eponimo vissuto nel IX secolo, e rimasta al potere sino al 1591, fu il matrimonio celebrato nel 1472 tra Ivan III e Zoe Sofia Paleologo, nipote di Costantino XI, ultimo imperatore bizantino: con le nozze Ivan III, che fu il primo a proclamarsi gran principe “di tutta la Russia” e non solo della Moscovia, adottò il protocollo bizantino e la simbologia imperiale, in particolare l’aquila bicefala o bicipite. Sotto il successore Basilio III, definito “re della cristianità ortodossa e sovrano di tutti”, prese corpo l’idea di Mosca come “Terza Roma”, celebrata nelle parole del metropolita Zosima (1492) come faro della Cristianità dopo la caduta sia della vecchia Roma (separata a seguito dello scisma del 1054, mai ricomposto nonostante reiterati tentativi come il concilio di Ferrara e Firenze del 1438/9), sia della seconda, Bisanzio, sottomessa dai “nipoti degli Agareni” (i Maomettani).

Cupole della cattedrale dell’Annunciazione

L’alleanza tra trono e altare come cardine dello Stato russo venne riconfermata sotto Ivan IV detto il Terribile (o più propriamente il Minaccioso, allusione all’aspetto fisico imponente), che nel 1547 venne incoronato nella cattedrale della Dormizione per mano del metropolita Macario, ricevendone il titolo di Zar, contrazione di Tsezar, derivato dal latino Caesar, con cui i Russi nel Medioevo indicavano gli imperatori di Bisanzio. La Russia, che cominciò con Ivan IV l’espansione verso gli sconfinati territori centro e nord-asiatici, avviata con la conquista dei khanati di Kazan’ e Astrachan’, entrò così nella storia d’Occidente, inviando nelle corti europee i primi emissari, che si distinguevano per l’abbigliamento “esotico”, composto da lunghi caffettani e alti cappelli di volpe o zibellino, e per le folte barbe, poi vietate da Pietro il Grande.

Cattedrale della Dormizione

La cerimonia d’incoronazione di Ivan il Terribile si svolse al Cremlino nella cattedrale della Dormizione, affacciata sulla cosiddetta Piazza delle Cattedrali, teatro delle intronizzazioni degli Zar anche dopo lo spostamento della capitale a San Pietroburgo. La chiesa venne ricostruita nel 1475/79 su progetto di Aristotele Fieravanti (o Fioravanti), che applicò le tecniche costruttive italiane alle tradizioni edilizie locali, inaugurando uno stile architettonico basato sulla commistione di tipologie medioevali russe e tendenze rinascimentali europee che verrà definito “Frjazin”, termine adoperato nella Russia del tempo per designare gli abitanti dell’Europa occidentale, probabile derivazione da francus, franco.

Scorcio del campanile di Ivan il Grande

Ne scaturì un capolavoro che colpisce per il contrasto tra l’essenzialità dell’esterno, in pietra calcarea bianca, su cui s’innesta una grande cupola centrale dorata, simboleggiante il Cristo, attorniata da quattro più piccole, evocanti i quattro evangelisti, e la magnificenza dell’interno, interamente affrescato e dominato dall’imponente iconostasi, elemento divisorio in legno che funge da supporto delle icone e separa nell’architettura sacra ortodossa il santuario (presbiterio), riservato al sacerdote, dalla navata, dove si radunano i fedeli. Qui si trova il trono di Ivan IV, capolavoro dell’arte russa di intaglio del legno, e la tomba del patriarca Ermogene, che nel 1612 si lasciò morir di fame durante l’occupazione polacca della Russia. Alla figura di Ermogene è legato un episodio accaduto durante l’occupazione napoleonica di Mosca: la soldataglia, impegnata nella profanazione delle tombe alla ricerca di preziosi, aprì il sarcofago del patriarca e rimase interdetta alla vista del corpo incorrotto dell’ecclesiastico con l’indice alzato come ad accusarli. Sconvolti, i ladri sacrileghi fuggirono dalla chiesa.

Cattedrale dell’Arcangelo Michele

La piazza delle Cattedrali, dominata dall’alta mole del campanile di Ivan il Grande con la campana che annunciava la morte di principi e zar suonando tre volte, comprende poi la cattedrale dei Dodici Apostoli, unita in un unico complesso con il palazzo dei Patriarchi, capi della Chiesa russa divenuta autocefala dal 1589 quando dinnanzi al patriarca di Costantinopoli il sinodo approvò l’elevazione al rango di patriarca del metropolita di tutte le Russie, la cattedrale dell’Annunciazione, riedificata nel 1547, ornata di nove cupole dorate, che ospitava i battesimi e le nozze degli zar, e la cattedrale dell’Arcangelo Michele, eretta nel primo Cinquecento su disegno di Lamberti di Montagnana che vi applicò elementi tipici del Rinascimento veneziano.

Veduta del palazzo del Senato, voluto dall’imperatrice Caterina la Grande nella seconda metà del Settecento e attualmente sede dell’amministrazione presidenziale della Federazione Russa

Nel 1572 si aggiunse alla cattedrale dell’Annunciazione la scala esterna coperta congegnata per consentire allo zar Ivan IV, che, dopo il terzo divorzio, non poteva entrare in chiesa (la Chiesa ortodossa russa ammette due divorzi), di assistere alle funzioni religiose. Nella Cattedrale dell’Arcangelo Michele, protettore dei principi moscoviti nelle battaglie, riposano invece i resti mortali degli esponenti della dinastia dei Rjurikidi, mentre i successori, gli zar Romanov, saranno sepolti nella nuova capitale, San Pietroburgo, con la sola eccezione di Pietro II Romanov, morto a Mosca nel 1730 a soli 15 anni.

 

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