Comunicato della segreteria per i caduti di Via Medina

Trasmetto, di seguito, la nota relativa al ricordo dei giovani uccisi l’11 Giugno 1946 a Napoli:

“ A 69 anni dagli accadimenti dell’11 giugno 1946 desideriamo ricordare alle giovani generazioni quanto accadde quel giorno a Napoli, all’apice dei disordini seguiti al referendum istituzionale Monarchia repubblica: fatti tragici e mai ricordati dal presente regime, che dal sangue versato in quei giorni trae il suo primo nutrimento. Ma andiamo per gradi; il 10 giugno 1946 la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le contestazioni presentate (la proclamazione com’è noto non avrà mai luogo!)

Mentre il governo De Gasperi, cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, nel Sud si scatena la protesta dei monarchici.  A Napoli, già teatro in precedenza di scontri sanguinosi, la folla si concentra davanti alla sede del PCI, in via Medina, dove accanto alla consueta bandiera rossa con falce e martello, è esposta una bandiera tricolore priva dello scudo sabaudo, sostituito dall’effigie di una testa di donna turrita. Per Napoli, che ha votato per l’80% Monarchia, è una vera e propria provocazione. Scoppia dunque una violenta battaglia, risolta dalla polizia ausiliaria, che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici. Due giorni dopo Umberto II lascia l’Italia. Come si diceva, quest’eccidio non è mai ricordato dalla vergognosa storiografia repubblicana, che in questa maniera continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all’esito del Referendum istituzionale. Ricordiamo perciò ai giovani e a noi stessi i Caduti di via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re e alla Patria tradita.

Gaetano Panico –  Segreteria di Rinnovamento nella Tradizione “

 

viamedina

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