Discriminazioni

 

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Vi rendete conto che non solo l’Italia, la nostra Patria, ma l’Europa sta avviluppandosi in una spirale di non ritorno? Lungi da me pensieri razzisti. No, cari Amici: desidero attirare la vostra attenzione sul come siano cambiati i tempi, i modi di intervento, la burocrazia,  la solidarietà, l’accoglienza. I giovani, a loro desidero parlare. E chiedo, prego chi ha  una certa età di coinvolgere i loro figli e nipoti nella lettura “onesta” della  tragica storia istriana. Oggi, quotidianamente, assistiamo al percorso, talvolta mortale, di migliaia di persone che scappano dalla guerra e dalla fame ed ancora, in mezzo a loro, la possibile, certa presenza di cellule terroristiche che prima o poi faranno il loro macabro epilogo in casa nostra. Tutto questo  mi fa pensare a noi Istriani, Fiumani e Dalmati che, per il solo fatto di essere Italiani, fummo discriminati, insultati, privati della libertà personale, internati in campi di sterminio, infoibati e costretti all’esilio!

Tutto questo mi fa pensare anche agli Italiani, pochi per la verità, che credevano nel “paradiso comunista” e rimasero nelle nostre città istriane, fiumane e dalmate, ormai diventate slovene e/o croate, guardati con sospetto dai nuovi arrivati, i “vincitori” e costretti ad una convivenza assai precaria e,  penso, talvolta umiliante. Perché scrivo queste cose? I “migranti” (questo è il termine politicamente corretto), io li chiamo “clandestini”, non aiutano le nostre Autorità preposte al loro riconoscimento. Non declinano le loro generalità, danno nomi falsi, date di nascita inventate, forzano una non facile soluzione a loro stessi favorevole e ottengono quanto vogliono, perché le nostre Leggi faragginose consentono mille scappatoie. Non è stato così per noi italiani, esuli, profughi in Patria con tanto di certificato prefettizio. Noi fummo sottoposti in tanti casi,  come criminali, alla forzata presa delle impronte digitali e subimmo, parlo del campo profughi Silos di Trieste, l’obbligo di firmare un “Atto di sottomissione”, avete letto bene! A chi viene in casa nostra, porte aperte se dimostra di voler – da subito – integrarsi rispettando le nostre leggi, la nostra cultura, le nostre tradizioni, altrimenti hanno sbagliato itinerario. Nessuna ritorsione, ma  possiamo, dobbiamo pretendere rispetto e salvaguardare la nostra identità nazionale.

Rimini, 31 ottobre 2015

Giovanni Ruzzier

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Costituito a Roma il 30 maggio 2005 per volontà di un una compagnia di persone dall’ alto profilo morale ed intellettuale, “Rinnovamento nella Tradizione – Croce Reale” è un movimento culturale identitario, di cultura, valori, tradizioni e monarchia.

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