GIardino e castello di Miraflores

Nella mappa di inizio Ottocento, qui a lato riprodotta, è raffigurato il Parco di Miraflores, l’odierno “Boschetto” di Nichelino. Attenti: non è capovolta, come sembra. La veduta trae in inganno, perché il Sangone rispetto ad allora ha cambiato corso. Nella mappa il torrente compare in alto e tortuoso, mentre adesso sarebbe più in basso e rettilineo.
L’ansa è scomparsa. Invece una volta tutto il parco si trovava sulla sponda di Torino ed era appunto il parco del Castello di Miraflores(da non confondere con il mausoleo della Bela Rosin che sorge poco distante).

Questo castello non c’è più. Venne abbattuto alla fine dell’Ottocento. Oggi si intravedono ancora, lungo la pista ciclabile che porta alla passerella sul Sangone, i ruderi di una grande scalinata sorretta da archi. Attraverso quella scalinata dal terrazzamento naturale, dove sorgeva l’edificio, si scendeva nel magnifico giardino (la sagoma marrone al centro della mappa). Il tutto era circondato da un bosco.

CASTELLO CON VISTA NICHELINO
Il castello venne costruito nel 1585 da Carlo Emanuele I di Savoia, come dono di nozze alla moglie diciottenne Caterina D’Asburgo, secondogenita di Filippo II di Spagna. In onore delle sue origini spagnole la lussuosa residenza venne denominata Miraflores, ossia “guarda i fiori”. L’opera restò incompiuta e venne costruito solo il corpo centrale dell’edificio, su tre piani. Il progetto originale, raffigurato in alcuni disegni e nella raccolta Theatrum Sabaudiae, prevedeva infatti anche due maestose ali laterali che però non vennero mai realizzate. Nei primi decenni del Seicento la residenza ebbe il periodo di massimo splendore, come riportato in descrizioni d’epoca: “Da una parte si gode una vista amplissima sulle selve e sui prati sottostanti; da un’altra si osserva con animo gioioso la vasta pianura che si estende in basso su boschetti con alberi disposti in bell’ordine, sui campi ubertosi coperti di fiori, su vigneti, su grandi distese di prati: ovunque si stende un vero labirinto di delizie”.

Praticamente un castello con vista su Nichelino.

Stupendo anche all’interno:“Vi si aprono immensi saloni, sui quali lunghe serie di stanze comunicanti si schiudono in fuga via via che ci si addentra. Le pareti e i soffitti brillano per preziose tappezzerie, o per eleganti pitture, o per oro profuso qua e là con sovrana noncuranza”.

MARIA CRISTINA E I DUE COGNATI
Nel 1636 la fastosa dimora divenne residenza di Maria Cristina, sorella del re di Francia e moglie del principe ereditario Vittorio Amedeo I. Per la sua illustre parentela la chiamavano “madama reale”, anche se i Savoia erano solo duchi. Qualche anno dopo però il magnifico castello venne preso a cannonate, durante il conflitto che passò alla storia come “la guerra dei due cognati”.

Maria Cristina, alla prematura morte del marito, era diventata reggente in quanto il figlio primogenito, Francesco Giacinto, era ancora piccolino. Per il controllo del ducato si scontrò con i cognati Maurizio e Tommaso di Savoia. Ne scaturì una guerra civile che durò tre anni. In campo anche truppe francesi e spagnole, intervenute a sostegno delle fazioni in lotta. Bella, tosta e disinvolta, Maria Cristina, superando varie traversie e dopo aver abbandonato per un periodo Torino, alla fine ebbe la meglio sui due cognati.

Nel 1640 il castello di Miraflores fu sotto il tiro dell’artiglieria delle truppe francesi, forse accampate proprio al di qua del Sangone, mentre la fazione filo spagnola dei due cognati occupava Torino, ad eccezione della Cittadella. Lì era a sua volta asserragliata una guarnigione francese. La singolare situazione del “doppio assedio” di Torino è citata anche in un romanzo di Victor Hugo. Non è da escludere che quelle cannonate in riva al Sangone e gli eventi bellici in occasione della “guerra dei due cognati” siano all’origine della curiosa denominazione di strade nichelinesi (… via Accampamento e forse anche via Polveriera). Negli anni ’60 del secolo scorso vennero ritrovate alcune antiche spade in un campo di Nichelino e nessuno seppe dare spiegazione di tale ritrovamento.

Nella seconda metà del Seicento iniziò il declino della reggia di Mirafiori e quindi anche del meraviglioso giardino. I Savoia si orientarono su Venaria e poi su Stupinigi. Nel 1741 il complesso venne adibito alla lavorazione del tabacco, poi ceduto all’Ordine Mauriziano e infine completamente abbandonato dopo altri passaggi di proprietà.

Nella mappa si riconoscono le stradine che ancora oggi attraversano il “Boschetto”, mentre il rettangolino rosso in alto a sinistra è la cascina Pallavicino. Alla fine dell’Ottocento, appunto, il Sangone cambiò corso e l’ansa che cingeva il parco sparì. Si parla di un salto di meandro in occasione di una catastrofica piena, ma il torrente (che prima lambiva l’odierna via XXV Aprile all’altezza dell’Istituto Maxwell) fu deviato nel nuovo letto anche a seguito di interventi artificiali.

Fu così che l’ex magnifico giardino di Miraflores passò a Nichelino.

M.Co.

 

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