Il Castello Reale di Racconigi

di Andrea Coda

Il castello di Racconigi nasce come fortezza nel periodo intorno all’anno mille all’interno dei territori della Marca di Torino.

Nella prima metà del XII secolo diventa parte del Marchesato di Saluzzo, la prima citazione del castello del Marchese è datata 1194, allorquando si menziona di una possente struttura militare a difesa dei confini, provvista di un cortile interno , torri angolari e fossato.
Conquistato da Amedeo VI il Conte Verde nel 1363 il feudo fu assegnato ai Savoia Acaja, poi dal 1413 ai loro discendenti i Savoia Racconigi riconosciuti Principi di sangue con diritti di successione al trono nel 1581.
Essi mantennero l’uso militare del castello, il quale non subì grandi trasformazioni.
Questo ramo della dinastia si estinse nel 1605 con Bernardino II. Nel 1620 il Duca Carlo Emanuele I di Savoia assegnò Racconigi al figlio cadetto Tommaso capostipite del ramo Savoia Carignano, ma fu suo figlio Emanuele Filiberto detto il Muto a fare la prima grande trasformazione del castello, affidando nel 1670 ad Andrè Le Notre il compito di progettare un raffinato giardino alla francese. Fu chiamato nel 1676 l’architetto modenese Guarino Guarini con l’incarico di progettare la ristrutturazione dell’edificio.
Guarini si trovò ad operare su una preesistente struttura medioevale e trasformò il blocco del castello in un organismo vivo, dilatando i fronti Nord e Sud, ponendo agli angoli quattro grandi padiglioni; inoltre realizzando il salone ricavato dal cortile da cui si dirama l’interno, oggi nucleo centrale del Palazzo.
Guarino Guarini crea una sintesi che coinvolgerà :città, piazza, cortile, palazzo, loggiato, parco.
Di questo splendido progetto fu realizzato sola la splendida facciata settentrionale verso il parco considerata un capolavoro dell’architettura seicentesca e anche il salone centrale con l’imponente torrione fu portato a termine. A causa della morte dell’architetto i lavori cessarono nel 1638. La parte realizzata già evidenzia le intenzioni geniali dell’architetto di corte Guarino Guarini, il quale però non ebbe modo e tempo per completare l’opera: per alcuni decenni la facciata del versante meridionale verso il paese restò senza incompiuta così come altre parti del Palazzo. 
Nel 1755 il quarto principe di Carignano Ludovico Vittorio di Savoia nipote di Luigi XV, che per lunghi anni aveva vissuto a Parigi, affidò i lavori a Giovan Battista Borra il quale ebbe l’incarico di riplasmare la facciata sud e quelle laterali.
Il Borra, reduce da una felice esperienza londinese, era permeato da una precoce cultura neoclassica, egli intervenne nella facciata meridionale esantandola con una monumentale scalinata, culminata con uno splendido pronao e con colonne ioniche e un timpano triangolare.
In questo periodo furono modificati e ammodernati gran parte degli appartamenti  e delle sale in stile neoclassico; alcune mantengono ancora la decorazione settecentesca come il Salone dell’Ercole, la Sala Diana e gli Appartamenti Cinesi.
Durante l’occupazione napoleonica per un breve periodo nel 1808 soggiornarono Paolina Bonaparte e suo marito Camillo Borghese. Il castello tornò ai Savoia nel 1814. Re Carlo Alberto, settimo Principe di Carignano e protagonista delle importanti trasformazioni della prima metà dell’Ottocento, dimostrò subito un profondo affetto verso la residenza degli avi  e avviò vari progetti, istituendo scuole e riaprendo i conventi dei Domenicani e dei Francescani soppressi in epoca napoleonica.
Il Re diede il via al primo grande progetto di rinnovamento della Residenza Sabauda chiamando il giardiniere Xavier Kurten, il quale riprogettò il parco con un  gusto romantico, all’inglese, ed eliminando ogni traccia del preesistente stile francese. Nel 1832 anno successivo alla sua incoronazione Carlo Alberto iscrisse Racconigi tra le reali ville di villeggiatura.
Il sovrano affidò all’architetto di corte Ernest Melano l’ampliamento volto a ricavare al primo piano nuovi appartamenti, mentre a Palagio Palagi furono affidate le opere riguardanti l’arredamento e la decorazione degli spazi interni, coadiuvato da una equipe di grandi artisti tra i quali ricordiamo Carlo Bellosio , Vitale Sala, Angelo Moja, Carlo Sada  e Gabriele Capello deto il Moncalvo.
I cantieri terminarono nel 1842, ma anche durante questo periodo la famiglia reale frequentava con assiduità il castello dove amava passarvi l’estate.
Dopo la morte di Carlo Alberto, le visite al palazzo divennero meno frequenti, tornerà ad essere frequentata nel novecento da Vittorio Emanuel III e dalla Regina Elena che tanto amava questo sito. In questo periodo il castello fu ammodernato con nuovi e moderni  impianti di riscaldamento, nuovi bagni, l’energia elettrica, nuove pompe per la fornitura di acqua potabile ad ogni piano; si diffusero radio e giradischi; fu costruito un laboratorio fotografico.  
Il palazzo era così predisposto per ricevere adeguatamente ospiti di prestigio in visita ai sovrani: nel 1909 fu ospitato lo zar di Russia Nicola II e nel 1918 i genitori della regina Elena. 
Nel 1904 nacque in questa residenza l’ultimo re d’Italia, Umberto II. Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale, con la partenza di Vittorio Emanuela III per il fronte e gli impegni della Regina a Roma, le opportunità di soggiornare furono rare. L’ultimo atto di grande solennità fu la celebrazione, avvenuta nel 1925, delle nozze di Filippo d’Assia con Mafalda di Savoia, la principessa morta tragicamente nel campo di sterminio di Buchenwald.
Il castello con il parco di Racconigi fu residenza delle villeggiature dei Savoia fino al secondo conflitto mondiale. Acquistato dallo Stato nel 1980, vennero sottoposti a lunghi e attenti lavori di restauro per essere poi aperti al pubblico nel 1987; nel 1999 furono inseriti tra i beni protetti dall’UNESCO.

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