Il centenario della fondazione dei cavalleggeri di Palermo

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a cura dell’ Avv. Francesco Atanasio

Il 1 maggio 1915 vedeva la fondazione del Reggimento Cavalleggeri di Palermo ( 30°): la città siciliana ospitò il reparto costituitosi con personale affluito dai reggimenti Nizza, Savoia, Novara, Lucca, Guide, Catania e con due squadroni dei “Cavalleggeri di Lodi”: il suo “motto” sarà  “Mora, mora”, rievocante la rivolta dei Vespri Siciliani, e per colori fiamme rosse su fondo giallo.  Era il secondo reparto dedicato a una città della Sicilia dopo la fondazione nel 1883 dei Cavalleggeri di Catania. La Cavalleria italiana alla vigilia della Grande Guerra era composta da 4 divisioni, articolate su 2 brigate di due reggimenti (totale 8 brigate, 16 reggimenti): i restanti 14 reggimenti costituivano unità di supporto di altrettanti corpi d’armata. Dal 1908 al 1914, specie nel Friuli, si erano svolte grandi esercitazioni con la partecipazione delle divisioni di cavalleria allo scopo di consentire ai comandi di divisione e brigata di far esercitare sul campo le unità dipendenti, permettere la conoscenza ad ogni livello del terreno ad est del fiume Tagliamento sino alla frontiera, sperimentare formazioni tattiche nuove e più manovriere. Ogni reggimento era composto da cinque squadroni montati con ciascuno un  nucleo ciclisti e una sezione mitragliatrici. Alla sua supervisione tattica presiedeva dal 1883 un Ispettorato, che all’atto della mobilitazione generale sarà trasformato in “Comando del Corpo di Cavalleria” e poi in “Comando Generale Arma di Cavalleria”, retto dal Ten. Gen. Vittorio Emanuele di Savoia Aosta, Conte di Torino. I Cavalleggeri di Palermo, come gli altri reparti dell’arma, sin dall’inizio delle operazioni distaccano le sezioni mitragliatrici in prima linea al fianco delle fanterie, mentre le altri componenti vengono appiedate salvo rimontare a cavallo quando le esigenze tattiche lo richiederanno. Dopo aver costituito la 738 a compagnia mitraglieri, il 26 e il 27 giugno il reggimento si distingueva nelle operazioni sull’altopiano di Asiago. Trasferito nell’Albania meridionale, parte integrante di un reggimento di formazione, il 6 luglio 1918 iniziava un fortunato ciclo di operazioni da Zerkovina per aggirare dal mare la forte posizione della giogaia di Malakastra, da cui gli austriaci minacciavano il campo trincerato italiano di Valona: al termine di vivaci scontri nella vallata del Sememi gli austriaci furono costretti a ritirarsi oltre lo Skumbi. Respinto un attacco contro le nostre truppe sulla linea Kuci – Ardenica, avanzerà verso nord per respingere il nemico fino a Sina e invadere ed occupare l’Albania settentrionale e il Montenegro all’interno di una colonna composta da “gruppi” dei Cavalleggeri di Catania, Cavalleggeri di Lucca, Cavalleggeri di Umberto I con unità di artiglieria e autoblinde. Lo stendardo con R.D. del 5 giugno 1920  verrà insignito della medaglia di bronzo al valor militare con la seguente motivazione: “PER LE PROVE DI VALORE E DI AUDACIA DATE IN UN MESE DI ININTERROTTI COMBATTIMENTI, PARTECIPANDO CON IL GRUPPO ALLA BRILLANTE OFFENSIVA SU FIERI E COOPERANDO, IN SEGUITO ALLE AZIONI SVOLTESI NELLA PIANURA DEL SEMEMI” Vallata del Sememi, luglio – agosto 1918. Il reggimento verrà disciolto nel 1920 e i suoi effettivi saranno incorporati nel reggimento Cavalleggeri di Firenze: ricostruito come I gruppo squadroni “Cavalleggeri di Palermo” nel 1938 e trasferito a Caltanissetta sarà destinato alla difesa della Sicilia centrale. Nel luglio 1943 i suoi effettivi parteciperanno alle azioni di Portella Recattiva per proteggere il ripiegamento del Raggruppamento Schreiber su Alimena svolgendo attivo pattugliamento sui fianchi della valle del Salso. Allo storico reparto è dedicata la sezione di Palermo dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria. (f.a.)

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