IL RITORNO SULLA SCENA DELLA FAMIGLIA IMPERIALE ETIOPE

DI ANDREA CARNINO

La settimana scorsa, Sua Altezza Imperiale la Principessa Mariam Senna d’Etiopia, sorella dell’attuale Pretendente al Trono il Principe Zera Iacob Amhà Selassié, figlia di Re Amhà Selassié e nipote del grande Negus Hailé Selassié, è stata ricevuta, insieme ai membri della Fondazione per la memoria di Hailé Selassié, dal Vicepresidente dell’Unione Africana a Addis Abeba.

Durante l’incontro è stata preparata l’inaugurazione della statua dedicata al Negus che sarà installata il prossimo 10 febbraio davanti alla sede dell’organizzazione, della quale fanno parte tutti gli Stati internazionalmente riconosciuti del continente africano e che il 9 maggio 2002 ha sostituito Organizzazione dell’unità africana, creata e presieduta proprio dall’Imperatore d’Etiopia.

Il monumento all’Imperatore, voluto dal nuovo Primo Ministro, renderà omaggio a questa grande figura, discendente di Re Salomone e della Regina di Saba.

Alla cerimonia, su invito del Primo Ministro, il quale desidera riconciliare il Paese con il suo passato, prenderanno parte i membri della Famiglia Imperiale.

Grande riformatore, soppresse il potere dell’aristocrazia terriera, riformò l’esercito, pacificò i confini e le popolazioni locali, avviò una massiccia opera di alfabetizzazione di base, diffondendo l’istruzione superiore e divise l’Impero in 12 province più il distretto di Addis Abeba, con governatori di nomina Imperiale e burocratica, invece che feudale ed ereditaria.

Il 12 settembre 1974 un gruppo di militari comunisti guidati da Menghistu Hailè Mariàm detronizzò l’Imperatore ma non proclamò immediatamente la repubblica, preferendo invece offrire la Corona di Re al Principe Ereditario, che in quel periodo era nel Regno Unito, questo accettò, ma quando venne a conoscenza che sia l’Imperatore che la Famiglia Imperiale erano stati arrestati rilasciò alla Televisione Britannica una dichiarazione contraria alla nuova giunta: il nuovo Governo proclamò allora la repubblica nel marzo 1975.

Il Negus morì imprigionato il 27 agosto 1975, forse per un’operazione alla prostata ma più probabilmente per soffocamento con un cuscino, per ordine proprio di Menghistu Hailè Mariàm, che lo fece seppellire a 3 m di profondità sotto un bagno del Palazzo Imperiale, per poter camminare sulle spoglie dell’Imperatore e far sì che “il suo fantasma non uscisse dalla tomba per perseguitarlo”. Menghistu impose al Paese una feroce e sanguinaria dittatura comunista dal 1977 al 1991 quando una coalizione di forze ribelli, presa coscienza delle condizioni deplorevoli in cui versava l’ex Impero depose questo uomo. Il dittatore fu condannato all’ergastolo nel 2007 e alla pena di morte nel 2008 per genocidio e crimini, ma riuscì a fuggire in Zimbabwe dove vive tutt’oggi e presta servizio come consulente per la sicurezza del Governo.

Le spoglie dell’Imperatore, ritrovate il 16 febbraio 1992, sono state tumulate nella Cattedrale della Santissima Trinità di Addis Abeba il 5 novembre 2000.

L’ultimo Negus d’Etiopia

L’Imperatrice Farah di Persia con il Negus d’Etiopia: i Loro Imperi sono diventati repubbliche dittatoriali e sanguinarie

 

Copyright photos: pagina Facebook “Ethiopians for Constitutional Monarchy”

 

 

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