K2 magnetico: una storia lunga 100 anni

k2
di Mauro Gaggero

A Palazzo Ducale la mostra K2 magnetico, una storia lunga 100 anni

Il Pakistan è un paese poco conosciuto dal grande pubblico, ma tutti hanno sentito parlare del K2. Far conoscere il collegamento tra Italia e Pakistan e dare voce alla storia e ai tesori di un territorio, ancora prima che di una sola vetta, sono i principali motivi della mostra K2 magnetico e l’anomalia del Karakorum. L’esposizione è stata organizzata da un team di associazioni e aziende (EvK2Cnr, Cooperazione Italiana – progetto Seed, Cai Liguria e Aics), oltre a figure di spicco del mondo alpinistico nazionale come i curatori, Gino Dellacasa e Pietro Coerezza. “Una mostra bella e di grande interesse” ha detto il presidente del Consiglio Comunale di Genova Giorgio Guerello “un’esposizione adatta anche per i non appassionati e che accompagna il visitatore in una storia di 100 anni, avventura, persone e coraggio accanto ai temi della solidarietà e della cooperazione italiana, che ha dato un grande contributo per la realizzazione del parco più grande del mondo”. Diviso in tre sezioni, il percorso espositivo parte dal materiale fotografico delle prime esplorazioni risalenti alla prima metà del ‘900 che ritrae le esplorazioni delle montagne del Karakorum condotte dagli italiani Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi, Filippo de Filippi, Aimone di Savoia duca di Spoleto fino ad arrivare al 1954, con la prima salita sul K2 capitanata dal Professor Desio. La seconda sezionemette in evidenza l’alpinismo di ricerca degli anni ’80 e l’esperienza del progetto “Quota 8000”, oltre alle imprese di Gianni Calcagno, l’alpinista genovese ancora oggi considerato tra i migliori scalatori italiani e che negli anni ottanta raggiunse la vetta di cinque montagne sopra gli ottomila metri. La terza parte è completamente dedicata al Central Karakorum National Park, una realtà nata dal progetto EvK2CNR, fortemente voluto da Ardito Desio, che ha portato alla realizzazione del parco del K2, un sogno che si è avverato dopo circa 100 anni, grazie anche a SEED (Social Environmental and Economic Development) che mette in primo piano la proficua collaborazione tra Italia e Pakistan.

Il progetto SEED è stato, infatti, finanziato dai due Governi nell’ambito dell’accordo per la conversione del debito Italia-Pakistan. L’iniziativa è stata oggetto di una photostory prodotta da Expo 2015 ed esposta nel padiglione Zero tra le “Best Sustainable Development Practices”, classificandosi come secondo miglior esempio di best practice. “Un filo rosso” dichiara Pietro Coerezza ,che assieme a Gino Dellacasa ha curato la mostra “che unisce l’Italia al Pakistan e dove Genova è stato il punto di partenza di diverse spedizioni, come quella del 1954, ma anche storie umane e semplici come quella di Gianni Calcagno di cui tutti ricordiamo imprese e insegnamenti. Un collegamento importante con la città, dovuto anche al direttore dell’unità tecnica della cooperazione italiana a Islamabad, Domenico Bruzzone”. La mostra, che rimarrà aperta fino all’11 novembre (orario di apertura dalle ore 9.00 alle 19.00), prevede anche tre incontri: il primo dal titoloAlpinismo ed esplorazioni in Karakorum dedicato ai grandi esploratori italiani e alle grandi sfide alpinistiche; di altro taglio invece le due conferenze previste per martedì 10, quando alle 17 si parlerà del ruolo della Cooperazione Italiana in Pakistan con Michele Piana, il sottosegretario Della Vedova e Domenico Bruzzone, mentre alle ore 20.45 si terrà l’incontro In cima al K2, viaggio per immagini e racconti nel cuore del Baltoro l’unico ghiacciaio che non si sta ritirando a causa del surriscaldamento della Terra, la cosiddetta “anomalia” del Karakorum.

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