La Madonna del Rosario di Lepanto

Lepanto ancora oggi riesce a trasmettere sensazioni e sentimenti spesso contrastati tra loro. Forse perché viviamo in tempi profondamente diversi da quelli in cui Miguel de Cervantes Saavedra a bordo de La Marquesa la definì la più grande battaglia su barche a remi ed a vela vista dalla storia.
Non è importante in questo frangente verificare se esimi storici moderni hanno ridefinito questa battaglia solo come mera propaganda del tempo, noi ci fermiamo su cosa ha rappresentato per quel tempo tale evento.

Di per sé i motivi per cui si è arrivati alla battaglia sono stati chiari, la continua espansione nel mediterraneo della Porta Sublime in particolare dopo i fatti avvenuti a Famagosta solo un anno prima, non solo fecero andare su tutte le furie il Senato Veneto per i perduti avamposti commerciali, ma trasformarono una guerra “economica” in guerra religiosa.

Il martirio e le indicibili sofferenze del N.H. Marcantonio Bragadin non potevano essere dimenticati e davano l’esempio chiaro a tutto l’occidente di quanto sarebbe potuto accadere se gli ottomani si fossero spinti all’interno della cristianità europea.

Ecco perché Lepanto, non è solo il ricordo di una vittoria navale ma è anche e soprattutto un giorno di ringraziamento alla Vergine a cui tutti gli equipaggi cattolici ed europei ed in particolare quelli veneziani si sono affidati per la protezione durante la battaglia.

Salve Reginae Mater Misericordie, era la preghiera e grido di battaglia.

Ed ecco perché ieri a Venezia il I Reggimento Veneto Real ha sfilato per i rii e le calli cittadine, dovevamo essere presenti alla SS. Messa presso la chiesa di San Martino in ricordo di questo giorno.

E’ stata una cerimonia significativa, toccante. Le parole del prof. Borsetto rimbombavano come colpi di cannone nella chiesa silenziosa mentre dal pulpito prima della funzione solenne spiegava i motivi per cui ancora oggi dopo quasi 450 anni siamo qui a ricordare un evento così importante.

Un evento che ha forgiato la potenza della Madonna del Rosario nel giorno di Santa Giustina.

Così, anche la tranquillizzante predica di Mons. Agostino richiamante alla pace ed alla non esaltazione delle battaglie o delle guerre, per un approccio più rispettoso al dialogo tra le religioni, ha comunque evidenziato quanto importante sia il richiamo ai valori profondi del ricordo di questa giornata.

Perché se è vero che in quel frangente di 448 anni fa abbiamo potuto lottare per mantenere le nostre tradizioni, oggi la nostra “battaglia” si sposta verso quelle istituzioni, anche locali, che auspicano l’appiattimento e l’adeguamento delle specifiche singolarità verso un modello comune a tutti.

Ma Venezia non è comune, tutt’altro, è quanto di più specifico il mondo potesse inventare ed il colorito grido dall’altare rivolto al sindaco con quel “Vorìa che el sindaco fose qua par dirghe… Ouuu! Cosa ti xe drio far par Venesia” sta a rivendicare e dimostrare ancora oggi quanto bisogno ci sia di ritrovare la nostra specifica radice culturale di Veneti.

Lepanto infine, è stata per noi del I Reggimento Veneto Real il giusto momento per battezzare le nuove uniformi. Uniformi nate dalla caparbietà nello studio dei dettagli, dalla cura perfino maniacale dei particolari, e da un importante impegno economico. Ma siamo fieri del lavoro fatto, perché questa cura e dedizione la metteremo anche in ciò che andremo a fare nei prossimi eventi e dare il giusto lustro a chi prima di noi ha indossato quegli abiti.
Ieri davanti all’arsenale ed alla chiesa di San Martino per tutti noi è stato un onore ed un piacere ancora più intenso poter gridare il nostro Viva San Marco, poiché dentro a queste uniformi era come essere immersi nella storia di chi ci ha preceduto.

E l’emozione è stata indescrivibile per tutti, perché non ci si abitua mai alle trepidazioni che riesce a trasmettere Venezia dentro a alle nostre divise.

Ci fa molto piacere inoltre evidenziare come il ricordo di Lepanto si sia celebrato anche a Verona, in piazza delle Erbe sotto alla colonna di San Marco, dove gli amici delle Guardie Nobili Veronesi assieme agli Schiavoni, i fedelissimi alla Repubblica, abbiano anche loro pregevolmente celebrato questo evento.

E’ bello così immaginare i due estremi di quello che rimane del nostro territorio veneto, invocare all’unisono ancora una volta la protezione su queste terre.

Viva la Madonna del Rosario e Viva San Marco.

 

 di Alessandro Baggio

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