‘Le dames du baroque’: due dipinti da Modena a Gand

Il ritratto di Carlo Sigonio di Lavinia Fontana ( nell’articolo ) e la Galatea di Elisabetta Sirani ( immagine in evidenza ) prestate dai Musei Civici di Modena alla mostra sulle pittrici del XVI e del XVII secolo

Due dipinti dei Musei civici di Modena, la ‘Galatea’ di Elisabetta Sirani  e il ‘Ritratto di Carlo Sigonio’ di Lavinia Fontana, saranno esposti alla mostra “Le dames du Baroque. Femmes peintres dans l’Italie du XVIe e XVIIe” in programma al Museé des beuax arts di Gand (in Belgio) dal 20 ottobre al 20 gennaio 2019.

L’esposizione si interroga sul ruolo che hanno avuto le artiste donna in Italia alla fine del Rinascimento e del Barocco. Attraverso una cinquantina di famosi dipinti, il museo di Gand mira a evidenziare il ruolo determinante delle donne nella pratica pittorica italiana dal 1550 al 1680.

Al centro dell’esposizione c’è la figura di Artemisia Gentileschi (1593-1652), senza dubbio la più famosa pittrice del Seicento italiano. La mostra avvicina il suo lavoro a quello dei suoi contemporanei e si interessa anche alle arti applicate del tempo, per evocare il contesto in cui queste artiste si sono evolute.

Le artiste donne prese in esame erano per lo più figlie, sorelle, mogli di artisti famosi oppure suore, e le loro opere presentavano una coerenza concettuale e formale all’interno della diversità degli stili del tempo. Con audaci interventi e brillanti scoperte espressive, hanno aggirato le regole e gli usi dominanti imposti dalla Controriforma della Chiesa cattolica.

Figlia del pittore Prospero Fontana, Lavinia (1552-1614) attraverso la fitta rete di amicizie paterne, è la ritrattista più ambita dagli studiosi nella Bologna del cardinal Paleotti. Tra desideri di gloria e valori etici, la moda di essere ritratti diventa esigenza imprescindibile per l’uomo di cultura affermato, laico ed ecclesiastico come il noto studioso modenese Carlo Sigonio che nel 1578 commissionò il suo ritratto all’artista.

Elisabetta Sirani (1638-1665) fu allieva del padre Giovanni Andrea, che le insegnò l’ammirazione per Guido Reni. Esordì nella pittura giovanissima acquistando ben presto grande fama, dovuta non solo all’eccezionalità della sua condizione di donna dedita a un mestiere ritenuto maschile, ma anche alle effettive qualità delle sue doti pittoriche. Come rivela il bellissimo dipinto della ‘Galatea’ eseguito nel 1664 per il marchese Ferdinando Cospi, e donato ai Musei nel 2008 da Carlo Sernicoli. Di grande pregio anche la ricchissima cornice, capolavoro di intaglio, in cui le conchiglie e i delfini alludono al tema del dipinto.

Fonte: https://www.lapressa.it/articoli/che_cultura/le-dames-du-baroque-due-dipinti-da-modena-a-gand?fbclid=IwAR31Sqt0WmiiAC4JiH5EMAcofQs8qt3dHkP1VTHz8j2JlAxhd2VC8htQfTU

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