Signor Presidente,
nel suo intervento in occasione delle celebrazioni del 25 aprile a Varallo Sesia, Lei ha affermato:”E’ sempre tempo di Resistenza”. Io sono pienamente d’accordo con Lei, Signor Presidente. Tutto il popolo italiano è chiamato a questa nuova lotta per denunciare coloro che insultano la libertà e la democrazia.
Certamente Le avranno segnalato vari accadimenti avvenuti il 25 aprile. Mi permetto segnalargliene alcuni: a Genova il Presidente della Regione Liguria Toti fischiato, perché ha osato ricordare i nostri MARO’; a Torino la scritta “Marò assassini! Partigiani sempre, militari mai”; a Milano insultata la delegazione della Brigata Ebraica al grido di “Israele fascista, stato terrorista” e “Fuori i sionisti dal corteo”; a Ferrara il Presidente dell’ANPI locale Daniele Civolani offende pesantemente lo scrittore giornalista Giampaolo Pansa, colpevole tra l’altro di scrivere “resistenza” con la iniziale minuscola e di aver scritto alcuni libri verità che i Resistenti (non certamente i pochi anagraficamente rimasti, quelli veri che hanno fatto la lotta di Liberazione)non possono tollerare, tanto da chiederne la distruzione, come perorato dalla compagna ferrarese Irina Aguiari.
Di fronte a questi gravi atti antidemocratici, concordo con Lei, Signor Presidente:”E’ sempre tempo di Resistenza”, contro l’ottusità e la non celata malafede di certi ambienti, capaci soltanto, a distanza di 71 anni di rinfocolare odio e divisioni.
Questi, Signor Presidente, sono i “nuovi” fascisti. Prima di concludere questo mio scritto, mi permetto di ricorarLe che il diritto di voto alle donne avvenne con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n.23 del 31 maggio 1945 a firma di Umberto di Savoia che poi, da Re il 25 aprile 1945 nel suo proclama alla Nazione così concludeva il suo messaggio attinente la Liberazione: “ E questo l’Italia lo deve a Voi, soldati, marinai, avieri e partigiani. La Patria vi ringrazia. Viva l’Italia”.
Quanta differenza di stile e di contenuti, eppure nessuno più ricorda quello che fece il Re di maggio!
Abbia, Signor Presidente, i miei rispettosi saluti.
Rimini, 27 aprile 2016