L’imperatore del Giappone è pronto ad abdicare

Akihito, l’imperatore del Giappone, si è detto pronto ad abdicare per ragioni di età: ha 82 anni. In carica dal 1989, Akihito, figlio di Hirohito, è il 125° imperatore del Giappone. Dal primo agosto i giapponesi sapevano che Akihito avrebbe parlato oggi, lunedì 8 agosto in diretta tv, per chiarire le voci sempre più insistenti riguardo a una sua abdicazione: quelle voci erano vere.

Quello del sovrano giapponese era un rarissimo e atteso video messaggio alla nazione, il secondo dopo il “richiamo all’unità” seguito al devastante terremoto-tsunami del 2011, alla base della crisi nucleare di Fukushima.

In un messaggio di 10 minuti che ha di fatto bloccato il Paese, Akihito ha espresso itimori sulle difficoltà future nell’esercizio delle funzioni imperiali nel caso si verifichi una situazione di incapacità con pesanti e negativi effetti sulla società. E lo fa senza mai menzionare direttamente l’abdicazione guardandosi bene dall’assumere un ruolo politico, inadatto al ruolo di garante e in assenza di una normativa specifica che la disciplini nell’ordinamento nipponico.

“Riflettendo l’attuale stato dei doveri pubblici dell’imperatore, la sua età e il peso dei suoi impegni, dobbiamo considerare cosa è possibile fare”: è il breve commento del premier giapponese Shinzo Abe, in merito alla disponibilità a una possibile abdicazione da parte dell’imperatore Akihito a causa anche della sua età.

Per la prima volta in 200 anniun imperatore nell’esercizio delle sue funzioni si appresta ad abdicare. Akihito, al trono da 27 anni, ha espresso l’intenzione di dimettersi malgrado il suo stato di salute non presenti particolari problemi, un’eventualità che tuttavianon è prevista dalla legge della Casa Imperiale e che per questo sarà soggetta a revisione.

La storia racconta che gran parte dei 124 imperatori giapponesi che si sono succeduti abdicarono, una pratica che venne abolita nel periodo Meiji, tra il 1868 e il 1912, quando nel paese si andò determinando il cambiamento della struttura politica e sociale e l’imperatore riacquistò il potere dopo secoli di controllo degli shogun.

Akihito è salito al trono il 7 gennaio del 1989, alla morte del padre Hirohito, ed è stato il primo sovrano ad accedere al trono imperiale nel paese del Sol Levante dopo il secondo conflitto mondiale senza godere di prerogative “divine”, in seguito alla rinuncia fatta dal padre nella celebre “Dichiarazione della natura umana dell’imperatore”.

In base a quella notifica venne promulgata la costituzione pacifista adottata nel 1947, in cui si stabiliva che l’imperatore rappresenta “il simbolo dello stato e dell’unità del popolo nipponico”. Nel dopoguerra Akihito si recò in visita in Europa e negli Stati Uniti, e nel 1953 partecipò all’incoronazione della regina di Inghilterra Elisabetta II, in sostituzione del padre.

Nel ’59 fu il primo principe ereditario a sposare una cittadina comune, Michiko Shoda, l’attuale consorte. Divenne il primo imperatore giapponese a visitare la Cina nel 1992, e l’anno dopo a recarsi nell’isola di Okinawa, teatro di scontri sanguinosi con le forze alleate nella Seconda guerra mondiale.

Sebbene il desiderio di abdicare sia stato comunicato da qualche anno, rivela la televisione pubblica Nhk, le dimissioni di Akihito non saranno sollecite. Il primo in linea di successione al trono del crisantemo è il figlio primogenito 56enne, il principe ereditario Naruhito, sposato con la principessa Masako, un ex diplomatica che ha sofferto di depressione a causa dell’eccessiva esposizione mediatica.

In base alla tradizione Akihito è il 125esimo imperatore in una linea ereditaria che ebbe inizio con il primo monarca Jinmu, nel 660 a.C. Le cronistorie narrano come la successione al trono abbia avuto origine intorno al quinto secolo, rendendo quella nipponica la più antica delle monarchie ereditarie attualmente in funzione.

Il governo giapponese non ha allo studio un progetto di revisione della Costituzione riguardo ai piani di abdicazione annunciati dall’imperatore Akihito, aveva detto il capo di Gabinetto Yohihide Suga, spiegando che l’esecutivo non era a conoscenza delle intenzioni del monarca.

La legge della casa imperiale, tuttavia, non ha al presente una legislazione che regola la successione al trono in caso di abdicazione, e anche la variazione del nome del periodo – attualmente Heisei – che di norma accompagna l’avvicendamento di un sovrano dopo la sua morte, non avrebbe precedenti negli ultimi 200 anni.

L’annuncio dell’imperatore riapre anche il dibattito sulla eventuale successione al trono di una donna, che con ogni probabilità verrà respinto dall’attuale esecutivo conservatore. Il principe Naruhito e la consorte Masako hanno solo un figlia femmina, e il primo erede maschio è il nipote Hisahito di 9 anni.

Il figlio del fratello di Naruhito è anche l’unico erede maschio ad essere nato nella famiglia reale in oltre 40 anni. La discussione delle pari opportunità per la discendenza nella casa reale era stata già sollevata dall’ex premier Junichiro Koizumi, e appoggiata da gran parte dell’opinione pubblica giapponese, fino alla nascita di Hisahito.

Lo scorso marzo, dopo la diffusione di una circolare delle Nazioni Unite che giudicava l’alternanza al trono per soli uomini discriminatoria nei confronti delle donne, il premier Shinzo Abe aveva espresso forti critiche ribadendo il prestigio della tradizione della casa imperiale, e giudicando inopportuna ogni analisi in merito nei riguardi di una linea di successione che ripercorre oltre 2.000 anni di storia.

Secondo gli esperti, gran parte della base tradizionalista del partito intende mantenere lo status quo per assicurare la continuità con il culto e la venerazione della dinastia imperiale. Altri esperti, tuttavia, giudicano inevitabile un progetto di riforma. A differenza del passato, quando era ammessa la presenza delle concubine per garantire la ciclicità dei generi, una alternativa potrebbe essere quella di richiedere alle donne della casa imperiale di trattenersi nell’ambito della famiglia imperiale una volta sposate, allargando la presenza a diversi nuclei familiari. Non senza complicazioni. Il dibattito in un paese diviso tra modernità e tradizione, è appena all’inizio.

 

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