Montello 22 maggio 2016

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Commemorazione della Prima Guerra Mondiale – RnT Croce Reale
Delegazione delle Tre Venezie
Domenica 22 maggio 2016 la Delegazione delle Tre Venezie di RnT-Croce Reale si è recata in visita, con alcuni soci, in alcuni luoghi della Grande Guerra sul Montello.
Approssimandosi il 24 maggio, era nostro desiderio commemorare il grande evento bellico che dal 1915 al 1918 ha visto coinvolte le nostre terre.
Il termine “commemorazione” non sarebbe proprio quello corretto; questo appuntamento, infatti, ha voluto solo illustrarci alcuni luoghi e personaggi che hanno fatto la storia della nostra terra.
Non siamo entrati nel merito del giudizio, che implica sempre la positività o la negatività degli eventi…abbiamo semplicemente preso in esame la storia così come ce la restituisce il passato. Commemorare deriva dal latino “con memorare”, che significa fare memoria di, letteralmente “ricordare”…e noi abbiamo fatto proprio questo: abbiamo ricordato chi ha creduto in alcuni ideali e ha scritto una pagina del passato di queste nostre amate terre venete.
Ad ogni tappa il Presidente di Delegazione, dott. Busbani, ha tenuto un breve
momento rievocativo storico, contestualizzando la visita.
1^ TAPPA: AL MONUMENTO DI FRANCESCO BARACCA
Francesco Baracca nasce il 9 maggio 1888 da Paolina Biancoli e da Enrico. Dagiovane segue dapprima la scuola dei Padri Salesiani di Lugo, poi gli studi presso gli Scolopi della Badia Fiesolana, per terminarli al Liceo “Dante” di Firenze. Dopo il brevetto civile di pilota d’aeroplano consegue Il Presidente di Delegazione tiene la commemorazione storica.

Commemorazione della Prima Guerra Mondiale – RnT Croce Reale Delegazione delle Tre Venezie quello di pilota militare e fino al 1915 si dedica al perfezionamento del suo  addestramento. Alla vigilia della guerra, Baracca giunge a Parigi dove si specializza sui nuovi biplani da caccia Nieuport all’aeroporto di Le Bourget. Rientrato in Italia nel luglio del 1915, esegue voli di pattugliamento ed ottiene la prima vittoria il 7 aprile 1916 ai comandi di un Nieuport con il quale abbatte un Aviatik austriaco.
Per le sue azioni di guerra, riceve una medaglia di bronzo, tre d’argento, la croce di cavaliere dell’ordine militare di Savoia, la croce di cavaliere ufficiale della Corona Belga, ed infine la medaglia d’oro, con la quale viene premiato per l’abbattimento del trentesimo aereo nemico sul monte Kaberlaba, nell’altopiano di Asiago.
Nella primavera del 1917 comanda la 91^ Squadriglia, unità che, per la capacità dei suoi piloti e gli abbattimenti effettuati, viene definita la “Squadriglia degli Assi”. Il 15 giugno 1918, in una spedizione a San Biagio di Collalta, in provincia di Treviso, ottiene la 34a ed ultima vittoria ed il 19 giugno, uscito per un’azione di mitragliamento a volo radente sul Montello, il suo Spad XIII viene colpito dagli austriaci presso l’Abbazia di Nervesa.

download-1Il 23 giugno il suo corpo, accanto ai resti del velivolo, viene scoperto nel Montello quasi per caso dall’ufficiale di artiglieria Ambrogio Gobbi. La salma del maggiore Baracca, ustionata in più punti, presenta una ferita penetrante sulla tempia destra. Le ali e la carlinga dello Spad sono carbonizzati, il motore e la mitragliatrice infissi nel suolo, il serbatoio della benzina presenta due fori da pallottole incendiarie. Le esequie di Baracca si svolgono il 26 giugno a Quinto di Treviso: l’elogio funebre è pronunciato da Gabriele D’Annunzio . Il 28 il feretro giunge a Lugo nella tarda serata ed il 30 hanno luogo i funerali davanti ad una folla imponente.

(da “http://www.museobaracca.it/Francesco-Baracca/Leggi-tutta-la-biografia)

IL MONUMENTO
Questo piccolo tempio vuole ricordare il luogo dove l’aviatore romagnolo, uno dei personaggi più famosi della Grande Guerra, venne abbattuto durante la Battaglia del Solstizio il 19 giugno 1918. I lavori iniziarono poco dopo la fine del conflitto in modo che il Sacello potesse essere inaugurato
solennemente il giorno del primo anniversario della sua morte. Si tratta di un’opera composta da otto colonne doriche, contornate da dei fregi metallici intrecciati tra loro, che sostengono la cupola sormontata da una piccola croce. Sul piccolo tamburo si possono leggere le seguenti parole: “Così principia/il salmo di questo re/19 – 6 – 1918/Di morte in morte/Di meta in meta/Di vittoria in vittoria/Così comincia/Il suo inno senza lira”. Alla base invece, su una lastra di marmo di Verona, si possono vedere i simboli a cui era legato Francesco, ovvero l’ippogrifo e il cavallino rampante oltre alle firme dei genitori.
(da “http://www.itinerarigrandeguerra.it/code/28093/Sacello-Francesco-Baracca)
CURIOSITA’
A Ravenna , quando Enzo Ferrari, il 16 giugno 1923, guidando l’Alfa Romeo RLTarga Florio insieme a Giulio Ramponi, vince il primo Circuito del Savio , incontra il conte Enrico Baracca, padre di Francesco, già conosciuto qualche tempo prima a Bologna. Da quel secondo incontro, come lo stesso Ferrari scrive il 3 luglio 1985 allo storico lughese Giovanni Manzoni, nasce quello successivo con la madre, contessa Paolina Biancoli. “Fu essa a dirmi un giorno ” – scrive il costruttore di Maranello – : “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna ” (…) “Conservo ancora la fotografia di Baracca, con la dedica dei genitori con cui mi affidano l’emblema ” – conclude Ferrari – “Il cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore di Modena ”.
(da “http://www.museobaracca.it/Il-Cavallino-Rampante)montello2

A sinistra il Presidente di Delegazione, dott. Busbani, e a destra il Segretario Generale di Delegazione, dott. Lorenzo Berto, posano davanti al Monumento a Baracca.
Commemorazione della Prima Guerra Mondiale – RnT Croce Reale
Delegazione delle Tre Venezie

2^ TAPPA: ALL’ABBAZIA DI SANT’EUSTACHIO

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Era un importante monastero benedettino, sopresso nell’ 800 e oggi in rovina. Essa sorge a Nervesa della Battaglia, in un luogo strategico per la sua posizione sopraelevata e la vicinanza del Piave, che qui offriva numerose possibilità di guado. Fu fondata prima dell’anno 1062 da Rambaldo III di Collalto e dalla madre Gisla
per limitare il potere dei vescovi di Treviso, che avevano tolto loro il controllo della marca trevigiana, con un’istituzione che dipendesse direttamente dal pontefice, il quale dal canto suo non vedeva di buon occhio l’espansione dei vescovi trevigiani, sostenitori dell’imperatore. Nonostante il numero esiguo di monaci presenti, il capitolo poteva contare su vasti possedimenti e sulla protezione dei Collalto.

Nel 1231, papa Gregorio IX riconosceva a Sant’Eustachio il controllo di trentacinque tra pievi e cappelle poste
in tutto il territorio trevigiano sino a Mestre; diventando di fatto sempre più autonoma. Durante il XIV secolo i vescovi di Treviso approfittarono delle varie crisi susseguitesi
dovute allo scima d’occidente, alla peste e alle invasioni degli Ungari, per estendere la loro influenza su questo capitolo. Nel 1521 Papa Leone X, visto il lento ed inesorabile decadimento del capitolo, dovuto anche anche al malcostume dei suoi frati, soppresse l’Abbazia trasformandola in prepositura commendatizia sottoposta indirettamente al controllo dei Collalto (18 prepositi su 21 erano dei Collalto). Rimanevano anche i vari privilegi e possedimenti e, di conseguenza, i contrasti con il vescovo. Tra il XVI e il XVII secolo questo luogo divenne un importante polo culturale in grado di attrarre personaggi illustri, tra i quali va menzionato sicuramente Monsignor Della Casa, che qui compose il noto Galateo. Tra il 1744 e il 1819, il complesso fu guidato dal preposito Vinciguerra VII di Collalto, uomo colto e capace che lo trasformò in un’importante azienda agricola retta da esperti e studiosi. Fu grazie a lui che la prepositura sopravvisse alle soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento, che invece colpirono la vicina certosa di San Girolamo. In seguito, tuttavia, le autorità ecclesiastiche Visione dell’Abbazia di Sant’Eustachio prima della sua distruzione nel primo conflitto mondiale. (Fonte: www.fotografia.iccd.beniculturali.it)
I resti dell’Abbazia di Sant’Eustachio oggi, dopo il bombardamento.

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Giudicarono inutile e obsoleta questa istituzione e, nel 1865, essa venne definitivamente soppressa. Dopo la Rotta di Caporetto, l’edificio si ritrovò in prossimità del fronte del Piave e subì pesanti danneggiamenti.
(da “http://www.montello.eu/visitare-il-montello/17-turismo-montello/visitare-il-montello/23-abbazia-sant-eustachiomontello”)

 

3^ TAPPA: ALL’OSSERVATORIO DEL RE

Il Presidente e il Segretario all’Interno dell’Osservatorio del Re.

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Perfettamente conservato, l’osservatorio si trova nel sottosuolo della casa rurale esistente. Per raggiungerlo si deve prendere dalla dorsale, Via Medaglie d’Oro (Presa XV) in direzione Ciano del Montello, un altro po’ di strada e troverete sulla destra la segnalatica che vi indica la posizione dell’osservatorio. Grazie alle sue lunghe feritoie permetteva di controllare il corso del fiume e l’intero campo d’azione della XXII Corpo di Armata. Vittorio Emanuele III, come ricorda una lapide collocata sul muro della casa colonica, assistette da qui alle operazioni di inizio della Battaglia di Vittorio Veneto dal 27 al 29 Ottobre 1918.

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Da qui Vittorio Emanuele III, sotto il tiro delle artiglierie nemiche, vide il contrastato passaggio del fiume tre volte sacro alla patria Per celebrare questo evento, nel 1932 sul prato ad est dell’osservatorio, venne collocata un’antica colonna romana. L’uso di un reperto della Roma imperiale voleva stabilire un legame ideale tra questo luogo e la Roma dei cesari, di cui il fascismo si proclamava erede.

(da“http://www.montello.eu/visitare-il-montello/17-turismo-montello/visitare-il-montello187-osservatorio-del-re-colonna-romana-montello)

 

La colonna romana e il suo monumento.

 

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4^ TAPPA: FORTE TOMBION
Fortificazione italiana di confine con l’Impero Austro-Ungarico. I pochi resti – di proprietà privata – sono visitabili rivolgendosi al proprietari dell’omonimo albergo – ristorante.

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Alle spalle del Presidente e del Segretario si intravvedono, tra i rovi, i resti del forte.

(da “http://www.museobaracca.it/Francesco-Baracca/Leggi-tutta-la-biografia)

 

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