Se Luigi XIV avesse consacrato la Francia al S. Cuore di Gesù

La Francia è sempre stata un Paese di grandi intelligenze e di un esagerato senso di sé. Sì, diciamo la verità, la Storia ha dimostrato che i francesi sono autoreferenziali, amano dominare i popoli e la scena politica e, fino al secolo scorso, si sono imposti come i detentori delle ideologie moderne, della cultura più avanzata e delle raffinatezze mondane. Ne hanno sempre avuto – come universalmente riconosciuto – tutte le ragioni, ma questa loro capacità di dominanza ideologica e politica, quando è stata mal indirizzata, ha prodotto sconvolgimenti storici e sociali di cui oggi possiamo constatare le funeste conseguenze per tutto il mondo occidentale.

Se rileggiamo la storia alla luce dell’apologetica cristiana ci rendiamo conto che Dio, pur lasciandoci nella nostra libertà di figli, non ha mai fatto mancare i suoi interventi provvidenziali per proteggerci dalle nostre devianze e dalle nostre errate scelte ideologiche. E comprendiamo che, se avessimo accolto i suoi inviti, nel corso degli ultimi secoli ci saremmo evitati un’infinità di sofferenze e di lutti.

Ben sapeva Gesù in quali errori filosofici e settari sarebbe caduta la Francia – ottenebrando con la sua supremazia dialettica le migliori intelligenze d’Europa – quando chiese al Re Sole di sottomettere se stesso e il suo regno al culto del suo Divin Cuore.

Si era alla fine del XVII secolo e Luigi XIV per le sue mire espansionistiche aveva preferito scendere a patti segreti con l’Impero ottomano piuttosto che unirsi alla cristianità che fronteggiava l’avanzata dei turchi nella città di Vienna. E con la battaglia del 1683, dopo averli sconfitti per mare a Lepanto nel 1571 – ma anche allora la Francia si astenne dal partecipare alla Lega Santa – parve all’Europa di essersi definitivamente liberata dalle invasioni mussulmane.

Fu proprio in quegli anni che Nostro Signore, attraverso la mistica Margherita Maria Alacoque, monaca visitandina del convento di Parey Le Monial, invitò quel gran sovrano a consacrare se stesso e il suo regno al suo sacratissimo Cuore, chiedendogli di “… regnare sul suo palazzo, essere dipinto sui suoi stendardi, stampato sulle insegne, per renderlo vincitore su tutti i nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per farlo trionfare su tutti i nemici della Santa Chiesa…” (cfr. Le apparizioni della Madonna e la storia d’Europa)

Quel prevedibile rifiuto non poté impedire che da lì a qualche decennio la Francia diventasse il ricettacolo e la divulgatrice di teorie ideologiche e filosofiche tanto più anticattoliche quanto più fondate su falsità e negazione delle verità storiche, scientifiche e culturali.

Basti pensare che Voltaire, pseudonimo di uno dei più venerati profeti di quel periodo definito Illuminismo, da un lato dava alle stampe un Trattato sulla tolleranza e dall’altro aveva come motto – sistematicamente riportato in calce ad ogni sua lettera – “Écrasez l’infâme”, schiacciate l’infame, e l’infame era il cattolicesimo.

In nome della triade libertà, fraternità ed uguaglianza durante la Rivoluzione iniziata nel 1789 – un secolo esatto dopo l’inascoltato invito di Gesù – in tutta la Francia sono stati commessi i più atroci soprusi e delitti. E ancora oggi ogni 14 luglio perdura attraverso Parigi la sfilata della falsità: nella prigione della Bastiglia non c’era nessun condannato politico ma solo qualche ladro di polli, e il povero inerme custode fu il primo martire della follia popolare.

Dopo l’intermezzo napoleonico, che altri inutili lutti e sofferenze provocò al resto d’Europa con un’ennesima ondata di persecuzione alla Chiesa, ci fu un altro rigurgito rivoluzionario nel 1830, una sanguinosa sommossa popolare che, scalzato dal trono Carlo X, ultimo re cattolico, elesse il giacobino, liberal-massone e anticlericale, Filippo d’Orleans con il nome di Luigi Filippo.

Qualche giorno prima, a Parigi, la Madonna aveva cominciato ad apparire ad una novizia della Congregazione delle Suore della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli il cui nome era Caterina Laburé, invitandola a far coniare una medaglia, che le mostrò, con la sua effigie e la giaculatoria “O Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a voi”

Accolta con molto favore dal popolo, la medaglia procurò tante grazie e protezioni da essere poi denominata miracolosa, a dimostrazione che le persone semplici comprendono le verità celesti meglio dei grandi uomini.

Ma i danni ormai erano fatti e la Francia, da quegli anni in poi, sarebbe diventata un Paese completamente laicizzato, con la religione parificata ad un mero fatto culturale più che ad una fede nel trascendente.

La dimostrazione di ciò sarebbe arrivata nel 2001, quando come presidente della Convenzione europea, incaricata di stendere la carta costituzionale dell’Unione, fu nominato Valery Giscard D’Estaing, ex presidente della Repubblica e massone che, nonostante i solleciti e frequenti richiami di Papa Giovanni Paolo II, si oppose con tutte le sue energie a far inserire nella Costituzione Europea i riferimenti a Dio e alle radici cristiane come fondamenti religiosi, culturali e sociali degli Stati Membri.

Va innanzitutto ricordato che tutti gli Stati dell’Europa centrale ed occidentale, dal 962 d.C. all’anno 1806, hanno fatto parte del Sacro Romano Impero e che in quei mille anni non vi è campo del sapere che non si sia sviluppato grazie alla Chiesa Cattolica: dalle scienze alle tecniche agricole, da ogni branca dell’arte alla filosofia, dalla matematica all’astronomia, dal diritto alle scienze finanziarie, dalle università alle opere assistenziali, dall’abolizione della schiavitù al principio di uguaglianza sociale.

Quindi l’aver omesso nella Carta costitutiva dell’Unione europea delle verità documentate è di una gravità assoluta, in quanto la Costituzione che riguarda un intero Continente non può avere forza morale se si fonda su falsi storici così palesi.

Però il 14 luglio 2003, giorno seguente all’approvazione ufficiale della Costituzione europea, con un bell’editoriale sul Corriere della sera lo scrittore Vittorio Messori ci informava che le dodici stelle d’oro in campo blu della bandiera europea erano proprio quelle raffigurate nell’immagine della Medaglia miracolosa.

La Madonna quindi ha trionfato ancora una volta, come a Lourdes, nonostante la sua immagine fosse stata sbeffeggiata su un carro di letame e poi bruciata (cfr. Perché la Madonna è apparsa proprio a Lourdes), e in tutt’Europa il suo simbolo ora è imprescindibile in ogni luogo pubblico, atto comunitario e persino autovetture.

Questo consiglio vorremmo dare ai francesi: il prossimo 14 luglio, in luogo della consueta esibizione della grandeur della Francia, sfilino i vessilli della grandezza di Dio e della sua provvidenza, perché l’unico che può custodire saldamente e nella pace una città è il Signore (Salmo 127)

Paola de Lillo

 

Fonte: La Madre della Chiesa

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