L’Italia? Può tornare monarchica

AMEDEO D’AOSTA: “L’ITALIA? PUÒ TORNARE MONARCHICA”

L’INTERVISTA AL PRINCIPE: “LA STORIA FINO AL 1946 L’ABBIAMO SCRITTA NOI. LA REPUBBLICA VIENE DOPO”

Il Principe Amedeo d’Aosta risponde da fuori Roma. «È tornato dalla parata del 2 giugno ai Fori?». «No. Ero a Pantelleria. Abbiamo una piccola proprietà e si è salvata da un incendio che ha distrutto 600 ettari di bosco. Una disgrazia».

Così ha snobbato la sfilata e la festa della Repubblica?
«Assolutamente no. La parate militare è sempre un’iniziativa nobile da vedere».

Non è che lei della Repubblica Italiana gioisce poco?
«Nessun astio. Certo che la storia fino al 1946 l’hanno scritta i monarchici. Dopo i repubblicani».

Allora vede che un po’ di risentimento c’è?
«Dico solo che una certa storiografia, quella dei vincitori, ha un po’ esagerato sul ruolo e i caratteri della monarchia. Avrei preferito una via di mezzo. Anche la mia famiglia ha sofferto la guerra e le sue conseguenze».

Ma lei è sempre un reale. Mi vuol dire che anche i ricchi piangono?
«Certo. Partimmo dall’Italia per il Belgio e non avevamo mezzi per vivere. Non solo. Alla fine della guerra io e la mia famiglia fummo presi prigionieri e portati in Germania. Forse sono il prigioniero più giovane della storia. Avevo solo 8 mesi».

Ha un rimpianto per la monarchia?
«Mi basterebbe che ci fosse una maggiore conoscenza di cosa è stata e di quello che può rappresentare. Invece se ne parla pochissimo ed è considerata marginale. Ma è un problema di ignoranza nel senso di poca conoscenza. Faccia un sondaggio. In pochi sanno chi fu l’ultimo Re d’Italia ma altrettanto pochi sanno chi è stato Einaudi».

Ma perché oggi uno dovrebbe ammirare le monarchie?
«Perché sono moderne. Ce ne sono nella maggioranza dei paesi europei. Pensi a Juan Carlos in Spagna e a Baldovino in Belgio. E sono state al passo con in tempi. Negli anni 50, prima del centro sinistra italiano, furono i reali di Svezia, Norvegia e Danimarca a portare i loro Paesi verso una visione progressista. In Belgio la presenza del Re fu un collante nella lotta tra le minoranze linguistiche».

Vede spazi per il ritorno della monarchia in Italia?
«La nostra Costituzione vieta una revisione della forma repubblicana. Ma per i 70 anni che ho vissuto di storia della Repubblica non mi meraviglierei di un suo ritorno».

Parola al popolo. Insomma un referendum bis?
«Non subito. Se mai si facesse andrebbe approfondito il tema e spiegato con cura di cosa si parla».

Non pensa di essere contro la storia?
«Non ci vedrei nulla di male. La monarchia non è delle elite ma appartiene al popolo».

Cosa farebbe se fosse Re?
«La democrazia ha tanti di quei paletti che oggi avrei poco da dire e poco da fare».

Ieri intanto la Repubblica ha compiuto 70 anni. Che giudizio dà?
«Potrebbe essere sicuramente migliore. Si è seduta dopo il boom economico e non si è più rialzata. Il bipolarismo sembrava la ricetta vincente ma non ha funzionato. Non vedo il concetto di appartenenza alla Patria. Mio cugino Nicola Romanov mi diceva che avrebbe servito il suo Paese anche sotto i comunisti. Ho fatto mio il consiglio di Re Umberto. Potevo non fare il militare perché figlio di madre vedova. Gli chiesi cosa fare. Mi rispose: «l’Italia innanzitutto».

Filippo Caleri

http://www.iltempo.it/politica/2016/06/03/amedeo-d-aosta-l-italia-puo-tornare-monarchica-1.1546203

 

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