Nos volumus Deum

Tradurre non significa soltanto passare da una lingua ad un’altra. Il passaggio da un codice comunicativo ad un altro implica sempre una più profonda e radicale transizione da una prospettiva sulla realtà ad un’altra, da un modo di guardare al mondo, alla storia, ai problemi, ad un altro.  

Le parole scelte sono lo strumento che ci avvicina alle cose, che ci consente un incontro più o meno approfondito, dettagliato o generico, concreto o astratto. L’operazione di traduzione (dal lat. Trans-ducere: condurre, portare attraverso) è sempre dunque anche un’operazione poetica e filosofica…

Simone P.B. Gambini e Mattia Spaggiari hanno ideato e messo in opera un percorso alternativo… anziché portare dei concetti espressi in lingua antica verso una lingua moderna per attualizzarla, hanno scelto di partire dal moderno per rivitalizzare l’antico. 

Molti studenti (e famiglie!!!!) si chiedono spesso: “A cosa serve il latino oggi?” ed è difficile, a volte, dare risposte gradite, visto che i benefici dello studio del latino ricadono almeno sulla memoria, sulla capacità logica, capacità di analisi e approfondimento… tutte qualità in contrasto con il ritmo (frenetico!) del nostro vivere attuale (pre pandemico, almeno), la superficialità della comunicazione, l’impoverimento lessicale… e molto altro su cui ancora si potrebbe riflettere.

A cosa serve oggi risvegliare il latino? 

Sì, perché questa è l’ambizione dalla quale è nato il progetto Gambini-Spaggiari.
In questa terza pagina (e ultima, per ora!) presentiamo la prima traduzione esistente in latino del brano “Noi vogliam Dio”. 

Serenella Zen

da un’idea di Simone P. B. Gambini, con le traduzioni di Mattia Spaggiari.

NOS VOLUMUS DEUM

Deum optamus,   Virgo Maria,
praebeas aures   fidelibus;
ad te clamamus,   o Mater pia,
satisfac tuis   filiolis!

Benedic eja, Mater,
Clamori fidei!
Deum optamus   qui nobis Pater,
Deum optamus   qui nobis Rex! (ritornello in grassetto o corsivo)

Deum optamus,   custos familiae
In dilectorum   sit cordibus;
Filii fortes   castae sint filiae,
Nos amor Dei  exardeat.

Benedic eja…

Deum optamus   in scholis esse
Ubi juventus   eruditur;
Adsit imago   radicis Jesse
Et Verbum Ejus   hic resonet!

Benedic eja…

Deum optamus   ut operarum
Laborem sanctum   efficiat;
Erigat frontem   sulcis glebarum
Confidens tandem   agricola!

Benedic eja…

Deum optamus   praeesse amori,
Praeesse legi   et scientiae,
Sicut et regno   litibus fori
Et sicut morti   natalibus!

Benedic eja…

Deum optamus   ut Veritate
Depascat gentes   Ecclesia;
Demum devicta   iniquitate,
Triumphum agat   sic Caritas!

Benedic eja…

Deum optamus,   sed Regnum Dei
Recusat mundi   stultitia;
Itaque contra   perniciei
Foedus inimus   signiferos.

Benedic eja…

“Deum optamus”:   sic ad altare
Tollunt clamores   piae animae;
Hae voces sanctae,   fervidae et carae
Usque in Excelsos   perveniant!

Benedic eja

Deum optamus,   fideliores
Et mente et corde   manebimus;
Maximum nobis   inter honores
Ejus sit sanctum   servitium!

Benedic eja…

Fratres, unanimi   foedus antiquum
Virginis magnae   et patriae
Nunc renovemus   contra inimicum:
Deum optamus,   sic Deus vult!

Benedic eja…

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Costituito a Roma il 30 maggio 2005 per volontà di un una compagnia di persone dall’ alto profilo morale ed intellettuale, “Rinnovamento nella Tradizione – Croce Reale” è un movimento culturale identitario, di cultura, valori, tradizioni e monarchia.

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