Degrado e senzatetto abbandonati nelle ex-scuderie di casa Savoia

IL PATRIMONIO DI ROMA

A VILLA ADA DOVEVANO NASCERE MUSEI INVECE REGNA SOLO IL DEGRADO LE ANTICHE SERRE RESTAURATE DI VILLA PAMPHILJ SONO LA CASA DEI BARBONI

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Serre ottocentesche umiliate da continue occupazioni abusive, antichi casali restaurati e poi abbandonati al degrado, ex scuderie regali trasformate dall’incuria in ruderi fatiscenti, pregiati casolari vandalizzati da oscene scritte: questo il degradante scenario in cui ci si imbatte passeggiando nelle tre più rinomate e importanti ville storiche di Roma. Villa Ada, Villa Pamphilj e Villa Borghese, per uno strano contrappasso, sono infatti i tre parchi più citati nell’elenco stilato dalla Commissione speciale Razionalizzazione della spesa, in cui viene tratteggiato un impietoso quadro dello stato in cui versa il patrimonio comunale presente nelle ville storiche della Capitale. Un triste record, quello dei tre parchi, reso ancor più triste dal fatto che buona parte degli edifici semiabbandonati che si trovano all’interno sono strutture di assoluto valore storico-artistico e, dunque, economico. In questo senso, il caso più eclatante è forse quello delle ex scuderie di Villa Ada: un tempo riparo dei Savoia, oggi rifugio per senzatetto. I tre grandi edifici sono ormai fagocitati dalla vegetazione che, lentamente, ha preso possesso delle facciate e delle stanze, invadendo ogni centimetro utile degli edifici. A rendere lo scenario ancora più degradante, ci ha pensato l’uomo: sotto i fitti rampicanti è tutto un florilegio di oscene scritte e insensati scarabocchi, all’esterno come l’interno, intervallate solo da finestre rotte e pericolanti. Oltre al danno, però, c’è pure la classica beffa. Le scuderie di Villa Ada sono state infatti oggetto di continui progetti di riqualificazione, ora da un’amministrazione ora da un’altra, nessuno dei quali andati in porto. Iniziò tutto con Veltroni e con il sogno di trasformare gli edifici in Museo del Giocattolo, munito di ben undicimila pezzi da collezione, oggi ancora in possesso del Comune. Si arrivò ai progetti, ma il sogno veltroniano fu presto schiantato dalle proteste degli ambientalisti. Poi fu il turno dell’amministrazione Alemanno e della Casa della Moda: progetto nuovo, stesso risultato. Niente da fare. Oggi tocca alla giunta Marino che, nel riesumare il progetto veltroniano, chiede aiuto ai privati per finanziarlo, appellandosi persino alla Lego.

Ma le associazioni ambientaliste, a quanto pare, sono già sul piede di guerra. Lasciamo Villa Ada e spostiamoci a Villa Pamphilj dove, però, la situazione non migliora. Nell’enorme parco la maggior parte degli edifici giace infatti inutilizzato, nonostante i molti e costosi interventi di restauro. È il caso, ad esempio, delle due serre ottocentesche, per restaurare le quali, dal Giubileo del 2000, è stato speso oltre un milione di euro e che oggi sono preda di continue occupazioni abusive. Nelle stesse condizioni versa la “legnara”, da poco restaurata e subito vandalizzata a causa del prolungato inutilizzo, dopo che l’assegnazione al corpo forestale è scaduta. Stesso discorso si potrebbe fare per la Cascina Floridi e la Casetta Rossa e per altre strutture inutilizzate – ben dodici nella sola Villa Pamphilj. A Villa Borghese, infine, il Casino Giustiniani rappresenta una dei casi più esemplari della vicenda: in parte distrutto dalla caduta di un albero avvenuta due anni fa, non è stato ancora recuperato. Oggi giace inutilizzato nell’abbandono più totale.

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