COORDINAMENTO DEL PIEMONTE E STATI DI SAVOIA – Delegazione RnT Croce Reale

Amedeo di Savoia Duca d’Aosta

Presidente

Arch. Cav. Claudio Mogliotti

EMANUELE FILIBERTO, duca di Savoia. – Nacque a Chambéry l’8 luglio 1528, terzogenito di Carlo II, duca di Savoia, e di Beatrice di Portogallo. Il 19 ottobre dello stesso anno, nella cappella della S. Sindone a Chambery, Carlo II volle che si celebrasse in forma solenne il battesimo, secondo le antiche tradizioni sabaude e borgognone. Il signore di Bonnes Nouvelles, re d’armi dell’Ordine della Ss. Annunziata, apriva il corteo, cui partecipavano il gran maestro dell’Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, Filippo di Villiers de l’Isle Adam, ospitato dal duca di Savoia dopo la perdita di Rodi, con trenta cavalieri. Era uno dei padrini insieme con Margherita d’Austria, governatrice dei Paesi Bassi, zia dell’imperatore Carlo V e vedova del predecessore di Carlo II, Filiberto II, e col re Emanuele di Portogallo, padre della duchessa Beatrice. In un momento difficile per la situazione d’isolamento internazionale in cui si era trovato il Ducato sabaudo, Carlo II aveva voluto sottolineare il ruolo, il rango internazionale e i legami dinastici dei Savoia, anche di fronte all’atteggiamento ostile della stessa sorella Luisa, madre di Francesco I di Francia. Emanuele Filiberto “Testa di ferro” era destinato al sacerdozio, ma divenne duca di Savoia dopo la morte dei fratelli maggiori. Quando il Piemonte venne occupato dai Francesi (1536), fu inviato a cercare aiuto dallo zio, l’imperatore Carlo V, che ne fece il comandante dell’esercito imperiale, (1553). Nel 1555 fu nominato governatore dei Paesi Bassi e nel 1557 ottenne la vittoria a San Quintino, cui seguirono la pace di Cateau-Cambrésis nel 1559 e la restituzione ai Savoia delle loro terre. Da allora si dedicò alla ricostruzione del paese, che iniziò a trasformare in Stato moderno. Convinto dell’importanza di un forte esercito di popolo e di una solida finanza, volle creare un apparato militare permanente e la «milizia paesana», oltre che riformare il sistema fiscale. Nel 1560 sostituì l’italiano (il francese in Savoia) al latino negli atti pubblici. Nel 1563 portò la capitale del ducato da Chambéry a Torino. Fondò la sua politica estera su neutralità, mantenimento dell’equilibrio tra Francia e Spagna, pace con gli Svizzeri. Coltivò i rapporti con Venezia e il Papato (partecipando pure alla Lega santa contro i turchi e alla battagli di Lepanto del 1571 con tre vascelli). Uomo d’azione, non di lettere, fu però attento anche alla cultura, rifondando l’Università. A suggello del patto che gli restituiva il ducato, sposò Margherita di Valois, sorella del re di Francia, il loro fu un matrimonio solido, e a lei si devono una politica di tolleranza verso i protestanti e svariate scelte culturali del ducato.

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