Alla Regina Elena

Un tempo

esemplare angelo di carita’ cantata e ricordata da scrittori, artisti, poeti

Oggi

oltraggiata nella memoria e dimenticata da tutti, nonostante le sue virtù di Regina d’Italia, di donna cristiana, di madre di famiglia, e dal 2001, di Serva di Dio.

A seguito del rientro in Italia dei Suoi resti mortali, ci sentiamo di omaggiarla ricordando la Sua figura e le sue grandi virtù morali. Il silenzio o le critiche avverso la sua immagine esemplare ci indigna; anche l’eccessiva polemica verso non solo ciò che è parte della nostra storia – piaccia o meno a taluni- ma soprattutto verso una persona, una Regina amatissima, che ha lasciato un segno indelebile nella memoria di coloro che hanno vissuto quel periodo storico. La Regina Elena detta anche “Regina della Carità” è una testimonianza della sua nobiltà di animo, di cuore, di morale -, perché ciò che può essere di esempio per le nuove generazioni merita oggi più che mai di essere portato alla luce e condiviso in maniera oggettiva, libero da qualsivoglia opinioni di parte.

La figura di Elena venne ricordata da scrittori, come Antonio Fogazzaro, Luigi Capuana, Vittorio Bersezio, Giovanni Pascoli, Diego Calcagno.  Gabriele d’Annunzio la cantò nella IV “Preghiera per l’Avvento” delle “Laudi del Cielo, del Mare, della Terra e degli Eroi”. Ed ancora Ada Negri e il grande Giacomo Puccini che le dedico’ la Madama Butterfly.

Elena, a differenza di altri personaggi della storia, non può essere inserita in una ideologia politica.  Proprio per questo meritava certamente un’accoglienza diversa da parte della politica, delle Istituzioni e soprattutto da parte del suo popolo.

La Romania pur essendo nell’Unione Europea appare come un mondo assai lontano da questo:  per le esequie di S.M. Re Michele il popolo tutto si è mobilitato partecipando ai funerali di Stato. Nel nostro mondo il passato quando non cancellato o revisionato viene temuto e si preferisce il silenzio.

L’incapacità al superamento ideologico e la mancanza di volontà ad una reale pacificazione non permette, neppure a distanza di anni, di rispettare la nostra storia, i loro protagonisti e talora, come in questo caso, onorarne dignitosamente la memoria.

Ma chi era Elena:

nata l’8 gennaio del 1871 da Re Nicola del Montenegro, fu educata ai valori della famiglia. Aveva un carattere riservato e al contempo deciso, ma era di animo molto sensibile ed era molto legata alle tradizioni. Sposò il Re Vittorio Emanuele III: la cerimonia civile si tenne al palazzo del Quirinale, mentre quella religiosa alla Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Dal matrimonio nacquero cinque figli:

Iolanda (sposa il conte Calvi di Bergolo), Mafalda (sposa il Langravio d’Assia, uccisa nel campo di concentramento di Buchenwald), Umberto II (ultimo Re d’Italia), Giovanna (Regina di Bulgaria) e Maria Francesca (sposa Luigi di Borbone Parma, anche lei internata nel campo di concentramento nazista con marito e figli).

La presenza di Elena a fianco del marito fu sempre discreta, non volle mai entrare nelle questioni politiche e si dedicò con amore alle necessità del popolo italiano, come una madre. L’11 agosto 1900, in seguito all’assassinio di Re Umberto I, divenne Regina d’Italia. Amante delle lingue, fece più volte la traduttrice per il marito. Fu donna dedita alla famiglia, ai figli ed al popolo. Il 28 dicembre 1908 Reggio Calabria e Messina furono colpite da un disastroso terremoto e maremoto ed Elena si dedicò subito ai soccorsi. Messina la ricorda ancora oggi come un “angelo”. Sulle navi della Regia Marina, trasformate in ospedali, la Regina Elena aiutò i terremotati fasciando ferite, aggiustando ossa, assistendo i medici, portando conforto a chi aveva perso tutto. Sono molte le testimonianze che lo attestano.

“Da due giorni la regina Elena fa la suora di carità” raccontò un ufficiale russo il 2 gennaio del 1909 al Corriere della Sera. “Io l’ho vista ovunque, nei punti in cui maggiore era il pericolo, nelle località in  cui nessuno mai prima di lei aveva osato avventurarsi”.

Durante la prima guerra mondiale fece l’infermiera a tempo pieno e trasformò in ospedali sia il Quirinale sia Villa Margherita; per reperire fondi, lei stessa inventò la “fotografia autografata” che veniva venduta a scopo benefico; non esitò nemmeno a proporre la vendita dei tesori della Corona per estinguere i debiti di guerra. Studiò medicina e ne ottenne la laurea ad honoris causa; sentiva, infatti, profondamente la necessità di impegnarsi contro le malattie: promosse iniziative per la formazione e l’aggiornamento professionale dei medici e degli operatori sanitari, per la ricerca contro la poliomielite, per il morbo di Parkinson e soprattutto contro il cancro.

Il 15 aprile 1937, Pio XI (Papa Achille Ratti) le conferì la Rosa d’oro della Cristianità e Pio XII alla sua morte la definì “Signora della carità benefica”. Nel 1939, tre mesi dopo l’invasione tedesca della Polonia e la dichiarazione di guerra della Gran Bretagna e della Francia alla Germania, Elena scrisse una lettera alle sei sovrane delle nazioni europee ancora neutrali al fine di scongiurare all’Europa e al mondo la tragedia della seconda guerra mondiale. Purtroppo non venne ascoltata!

Terminata la seconda guerra mondiale , il 9 maggio del 1946, Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto e andò in esilio con la moglie ad Alessandria d’Egitto; Elena rimase assieme al marito fino alla morte di questi, avvenuta il 28 dicembre 1947. Morì di cancro il 28 novembre 1952 a Montpellier, dove rimase sepolta fino al 15 dicembre 2017. Nel 2001 è stata proclamata Serva di Dio in occasione dell’apertura del processo di beatificazione.

Il Suo rientro in Italia poteva essere per tutti l’occasione per riflettere su questa grande figura di donna cristiana e caritatevole, oltre che di sovrana, che fungerebbe da esempio di altruismo per le generazioni della nostra  epoca, chiuse nel proprio egoismo e conformate ad una società confusa e priva di valori, e per tutti coloro che hanno un compito di governo. Oggi più che mai abbiamo bisogno di esempi da imitare ed Elena di Savoia – per tutti semplicemente la Regina Elena – è  certamente una di queste figure.

Fabrizio Nucera Giampaolo

Enrico de Barbieri

Gaetano Panico

Omar Busbani

Ezequiel Toti

Matteo Luini

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